Venerdì scorso ho preso parte a un interessante quanto stupefacente workshop di "scrittura libera".
Se non ne avete mai sentito parlare, vi invito a farvene un'idea. Ben diversa dalla "scrittura creativa", la "scrittura libera" consiste nel produrre, in un tempo determinato e sotto suggerimento di una parola chiave o un incipit, un testo che deve essere costituito soltanto dalla libera associazione di pensieri ed idee, una sorta di "flusso di coscienza" privo però di punteggiatura e lontano dai rigidi schematismi grammaticali cui siamo abituati quando dobbiamo mettere la penna sul foglio.
Da alcuni è utilizzata per superare il blocco dello scrittore, perchè molto utile nella fase preliminare della scrittura per riordinare le idee; per molti altri è un metodo per avvicinarsi alle parti più recondite di se stessi, tant'è vero che è spessissimo usata tanto dagli psicoterapeuti quanto nei laboratori di educazione ai sentimenti.
Per me è stata l'ennesima occasione per scoprirmi attraverso la scrittura, che avevo da troppo abbandonato. Per tanti miei "compagni di classe" è stato qualcosa di più, vista la quantità di lacrime versate da alcuni di loro.
Quello che segue è ciò che è uscito fuori da una di queste "esercitazioni"...
Quando nacqui mi disse una voce ch sarei cresciuta libera e felice, e piena di sogni. Gli occhi grandi come il mare ma neri come la pece, pochi capelli pronti a crescere e diventare lunghi, fin oltre le spalle. Quando nacqui mi disse una voce che sarei diventata donna, grande e forte, ma sempre fragile; quella stessa voce mi disse di rincorrere tutto, sempre, correndo veloce o rallentando se ce ne fosse stato il bisogno. Corro ancora, corro sempre, e ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora... Quando sono stanca di correre mi fermo a guardare il cielo e le nuvole, e sogno di correre, sempre, e ancora.
Come vedete, la storia della punteggiatura proprio non sono riuscita a rispettarla!
